40 Anni Tornado

by Sep 9, 20222022 REPORTS, News Italy

1982 – 2022 40 Anni di servizio attivo del Tornado in Aeronautica Militare Italiana.

Giovedì 8 settembre, l’Aeronautica militare ha celebrato presso l’Aeroporto Militare “Luigi Olivari” di Ghedi – sede del 6° Stormo – la ricorrenza dell’atterraggio del primo velivolo Tornado, avvenuto il 27 agosto 1982 proprio sulla base bresciana. Per l’occasione, l’Aeroporto ha ospitato un raduno nazionale aperto a tutti gli equipaggi di volo Tornado e al personale tecnico e specialista che nel tempo ha operato sul sistema d’arma presso le basi in cui è stato impiegato, nonché a tutti i Diavoli Rossi di ieri e di oggi.

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Il progetto nasce negli anni sessanta, dall’esigenza di sviluppare una nuova generazione di aereo da combattimento ad elevate prestazioni, multiruolo e con caratteristiche di volo in un’ampia gamma di profili di quota e velocità. Frutto della collaborazione tra le industrie aeronautiche di Germania, Gran Bretagna ed Italia, il velivolo “Tornado”, biposto con pilota e navigatore, bimotore, con ala alta a freccia ed a geometria variabile, deriva verticale singola di ampie dimensioni, prese d’aria laterali di disegno sofisticato, con capacità ognitempo, nacque nel luglio 1968 come MRCA (Multi Role Combat Aircraft).

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I collaudi in volo iniziarono nell’agosto 1974. In realtà il “Tornado” si sarebbe poi dimostrato soprattutto un ottimo velivolo da interdizione in grado di operare ad alta velocità ed a bassissima quota seguendo, grazie al radar “Terrain Following”, l’orografia del terreno.

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Altri impieghi furono la ricognizione tattica e la soppressione delle difese aeree nemiche.
Il 27 agosto 1982, il 6° Stormo riceve il primo “Tornado”, che viene assegnato al 154° Gruppo Volo, che è stato il primo reparto dell’Aeronautica Militare a ricevere la nuova macchina.

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I Tornado hanno compiti d’interdizione e ricognizione. La ricognizione aerea è spesso richiesta a supporto della protezione civile in caso di calamità naturali: terremoti (Amatrice), eruzioni vulcaniche (Stromboli). Lo Stormo ha avuto un ruolo attivo nell’ambito della ricognizione aerea, infatti oltre che nelle esercitazioni e nelle operazioni, le attività di ricognizione e di fotointerpretazione hanno svolto un ruolo essenziale in caso di pubbliche necessità, come ad esempio la ricognizione per la stima dei danni a seguito di calamità naturali o il supporto alle Forze dell’Ordine per il contrasto alla criminalità organizzata (Terra dei Fuochi). Altro caso degno di nota è la collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, quando i Tornado impiegarono la propria capacità ricognitiva nel contrasto a fenomeni di inquinamento inerenti alcune zone esposte al rischio ambientale. Tramite l’acquisizione di immagini e la successiva analisi ed elaborazione è stato possibile controllare abbandoni ed accumuli sospetti di rifiuti al fine di scongiurare eventuali tossici ed anche di accertare la presenza di potenziali sversamenti che interessassero falde acquifere, corsi d’acqua o zone costiere.

Uno sguardo al futuro

Lo scorso 16 giugno, sulla pista dell’Aeroporto militare di Ghedi è atterrato il primo Velivolo F-35A Lightning 2 assegnato al 6° Stormo. Il più moderno ed avanzato velivolo da combattimento di quinta generazione mai sviluppato, in dotazione all’Aeronautica militare. Da tempo ormai lo Stormo ha iniziato l’attività addestrativa del personale sul nuovo sistema d’arma, così come l’adeguamento delle capacità organizzative, pur continuando a soddisfare i compiti istituzionali con il velivolo Tornado. Allo stato attuale, gli F-35 in forza al Reparto sono operati alternativamente fra gli aeroporti di Amendola – base della Forza Armata attiva con l’F-35 dal 2016 – e Ghedi, dove a breve saranno ultimate le infrastrutture che presto ci consentiranno di operare stanzialmente con il velivolo.

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Con l’acquisizione del F-35, prossimamente i due sistemi d’arma si sovrapporranno e opereranno insieme nei cieli nazionali ed internazionali, fino ad arrivare progressivamente alla fine della vita operativa del Tornado presso l’Aeronautica Militare in base all’età che raggiungeranno nel tempo i singoli velivoli.

L’autore ringrazia l’Aeronautica Militare Italiana ed il 6°Stormo per l’opportunità concessa e per la collaborazione e disponibilità del personale dello Stormo.